White-Hot

danza Butoh: Kea Tonetti
musica dal vivo: Tivitavi
realizzazione copricapo: Elena Borghi
durata: 50’

L’essere è avvolto da una cappa di giornali, sopraffatto dalle notizie che ogni giorno ci bombardano di pesantezza, paure e finte verità; da una visione nera che avvolge il pianeta. Un mantello sciamanico, carico di memorie e impressioni, simbolo delle sofferenze e degli attaccamenti umani: la paura di svanire, della morte, la rabbia, le discordie, la sete di potere. Il mare urla, il ghiaccio si crepa, la natura selvaggia si ribella. Imponente ghiacciaio, memoria delle precedenti ere e custode dell’acqua dolce sul pianeta; luminosa luna nuova, splendente Dea Bianca, venerata dalle Isole Britanniche al Caucaso. I peli si rizzano, gli occhi si velano di lacrime, la pelle si accappona e un brivido scorre lungo la schiena. Quando Lei appare, può tramutarsi in serpente, gufo, lupa, tigre, sirena o ripugnante megera, tremenda come lo scioglimento dei ghiacci e lo sconvolgimento della vita sul pianeta. 

White-hot è uno stato di meraviglia, bianco incandescente, splendente, il bianco dell’Artico, l’ultima frontiera della civiltà, dove la terra non ha confini, dove l’essere umano è piccolo se si separa dalla Natura; la compassione per le lacerazioni umane, per quei bambini feriti che ancora litigano facendosi le guerre, perché in fondo al loro cuore, non sono stati visti e amati. Bimbi da cullare e rassicurare, il paradiso è qui e ora e può esserlo per tutti su questa Terra.

Bianca Signora della vita e della morte, 
Balena bianca, Madre di tutte le cose, 
ci stai forse parlando in quest’epoca obnubilata?
Avvolto nel tuo luminoso silenzio,
l’essere si sospende nella bianchezza vuota dell’alba,
libero di agire

Kea Tonetti

La performance è stata presentata presso: Pontedera Butoh Festival (2015); “Behind the Movement”, evento presso Loophole, Berlino (2015); Stems Festival Migratorio des Artes, Barcellona (2015); Jurányi Art Incubator House, Budapest (2015); Teatr Novyy Balet, Mosca (2016); One Theater, Krasnodar – RU (2016).

Video delle prime due versioni brevi dello spettacolo.

Foto di Elena Bennati, Eugene Titov, Ignazio Perra, Eude Panel, Mahjabeen Bee Zafar, Barbara Bernardi.