Mono もの

danza Butoh e voce: Kea Tonetti
musica dal vivo: Tivitavi
durata: 60’ o 30’ (versione ridotta)

La parola giapponese Mono racchiude in sé molteplici significati: cosa, materia, persona, Spirito, Dio. Per comprendere il significato nascosto della parola bisogna abbracciare la cultura animista, che riconosce lo spirito in ogni cosa, la sua energia, la sua memoria, ma anche un’entità divina specifica. Una danza che si svuota, dove la danzatrice fluttua come uno spirito, in un luogo-casa, e si lascia attraversare dalle memorie e dalle emozioni generate dall’incontro con oggetti, lasciando poi svanire le forme nel flusso del gioco della vita. 

Una musica fatta di vuoti e stratificazioni sonore, che trascinano la performance nel tempo del sogno, fluttuando in un altro spazio-tempo dove gli Spiriti e gli archetipi possono manifestarsi: tra cui una donna gatto nella luce della luna, l’Amabie, una creatura magica che ha il potere di allontanare le epidemie, una vecchia mangiata dalle formiche, un fiore universale, l’antica saggezza della Terra e della vita, eterna e sempre in mutazione.

La performance è stata presentata presso: Kulturraum Rosenhof Festival, Tegernau – GER (2019); Festival Sommerwerft, Francoforte (2019); Amsterdam Butoh Festival, Teatro Munganga (2020); Festival “Le Voci dell’Anima”, Rimini (2021), dove ha ricevuto il premio dell’organizzazione assegnato dalla direzione artistica con la seguente motivazione: “Un assolo che ripercorre la fasi della vita, un canto alla durata che segue le sonorità degli strumenti e che sboccia come un fiore orientale. L’artista ha il controllo di ogni movimento e mette in luce, con cura, il processo di alleggerimento dell’anima”.

Foto di Sara Meliti, Danilo Di Roma, Tivitavi