Danza Butoh: Kea Tonetti
Musica acousmatica: Rodolphe Collange
Costume: Ben Doukourè
Nel nostro DNA è contenuta la memoria dei nostri antenati, che nelle antiche culture possono essere umani, ma anche alberi, pietre, animali, manifestazioni della natura con le loro emozioni, antichi archetipi, che parlano all’inconscio di memorie ancestrali legate alla Terra e all’Universo. Tutto è frequenza. L’universo è spazio vuoto per più del 99.999%. Ogni cosa fisica ha tanto spazio vuoto dentro di sé, in cui c’è intelligenza e frequenza.Dimentico di essere parte di questa danza sacra, l’uomo si ritrova in una terra desolata, dove malattia, paura, odio, rabbia, avidità, crudeltà, sfruttamento, divisione, ignoranza, i demoni si manifestano. L’anima imprigionata dimentica la sua natura universale e la sua origine.L’anima vivente, riunendosi alla sorgente luminosa, ritorna al corpo vuoto e allo spazio vuoto del cuore, il luogo da cui tutto emerge e al quale tutto torna, dove creare è un gioco spontaneo e naturale, dove l’essere si espande, abbracciando forme meravigliosamente varie e benedice la propria vita sulla terra, unica ed irripetibile.
La performance è stata creata per il Festiva En Chair et en Son#6 a Parigi e ha ricevuto una recensione dal critico di danza Jean Marie Gourreau: