Mothersea

danza Butoh: Kea Tonetti
musica dal vivo: Tivitavi
durata: 45’ o 30’ (versione ridotta)

Mothersea è la madre di tutte le acque, portatrice di vita e di morte, dal volto benevolo e terrifico allo stesso tempo. Alterata dalla mano dell’uomo, avvolta e inglobata dalla plastica, assume il volto delle sirene informi, dei mostri marini, della medusa mitologica, della sofferenza di tante vite innocenti che muoiono; simbolo degli umani attaccamenti, paure e sofferenze. Metafora della caduta lontano dagli dei, dove l’uomo è sempre più separato dalla magnificenza della Natura, la quale comunque alla fine vince sempre, perché è eterna. E l’uomo? Forse si può salvare solo tornando a pregare, offrire canti, riti e rispettando la Granmammare.

«Granmammare che scorri nella mia colonna vertebrale 
e mi doni la vita, 
ti onoro, ti rispetto e ti prego, 
allevia la sofferenza, il dolore e l’ignoranza…
Oh grande Dea dal volto benevolo e terrifico,
possa io venerare umilmente la tua magnificenza, 
accettare i tuoi doni e offrirti una danza»                                         

Kea Tonetti

La performance è andata in scena in occasione dell’istallazione “The plastic side of the sea” curata da Sarah Mancino, allo Straf Hotel di Milano nel 2013.

Foto di Marica Moretti